Il giornalista Rai, notoriamente un tifoso dei biancocelesti, rivela che lasciò il suo posto di lavoro precipitandosi allo stadio per festeggiare il titolo conquistato dopo la partita infinita del Curi.
“Nel 2000 mollai la diretta della finale degli Internazionali di tennis – rivela un Giampiero Galeazzi in gran forma – la Juve stava perdendo a Perugia e questo voleva dire scudetto per i biancocelesti. Io non ce la feci più. Abbandonai la telecronaca e mi precipitai all’Olimpico. Presi la troupe del tennis. A uno dissi, damme er microfono, mi buttai per strada e iniziammo a fare interviste“.
Ad un certo punto l’incontro con un frate a cui ‘Bisteccone’ fece la domanda più incredibile: “C’è un Dio allora?”. Un servizio storico.
“Prima c’era maggiore familiarità e empatia con i grandi personaggi dello sport – ricorda ancora Galeazzi – con Rummenigge andavamo a cena insieme a Los Angeles. Oggi Federer mi sembra un po’ troppo sacrestano, ci vorrebbe un McEnroe. Nel calcio sarei curioso di sapere se Ronaldo è quel professionista che raccontano che sia. Non solo in campo ma nel modo in cui si muove nel rapporto con i media”.
Nella foto, tratta dal sito ufficiale della Lazio, il “nostro” Fabrizio Ravanelli, che giocava nella Lazio.