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Sedivec e il Grifo: “Non vedevo l’ora di uscire dal tunnel e guardare la Curva Nord…”

L’ex attaccante del Perugia, uomo derby nella stagione 2004-05, oggi ha intrapreso una nuova strada lavorativa, vive con la famiglia in Friuli e ha ripercorso le tappe di una carriera speciale. “Orgoglioso che la mia maglia sia nel Museo”.

Si è raccontato, Jaro Sedivec. L’ha fatto a socceroad.com ripercorrendo le tappe di una bella carriera sportiva che, nel cuore, è a forti tinte biancorosse. L’ex attaccante del Grifo, sempre amatissimo dal popolo perugino e grande protagonista dei derby contro la Ternana della stagione 2004-05, ha ripercorso le tappe iniziali, le gioie e le difficoltà fino ad arrivare alla decisione, anche dolorosa ma necessaria, di chiudere con il campo.

Ora la vita dell’ex grifone, nato Plzen, in Repubblica Ceca nel 1981, è assorbita dalla compagna perugina (friulana d’azione), dalla splendida bambina e dal un nuovo lavoro nel settore marketing di un’azienda vinicola. “Feci bene a Catania e fu nel 2004 – ricorda Sedivec – che insieme a Mascara e mister Colantuono ci trasferimmo a Perugia per provar a riportare il Grifo in Serie A, dopo una stagione strana passata in Coppa Uefa prima e finita con una retrocessione particolare”.

È stato il campionato dei record di vittorie in trasferta e soprattutto dei derby contro la Ternana: tutti vinti. “Segnai sia all’andata che al ritorno – ricorda ancora l’ex grifone – ma soprattutto conquistammo sei punti che ci permisero di arrivare quarti in classifica poi però successe di tutto: vennero retrocesse in serie C1 Genoa e Venezia per una combine, giocammo la semifinale contro il Treviso vincendo per poi perdere la finale play-off con il Torino; pensavamo di poter essere ripescati al posto del Genoa in serie A. Invece da lì a poco sia il Perugia che il Torino fallirono e a salire in serie A furono Treviso e Ascoli, fu un terremoto calcistico incredibile”.

Nelle parole di Jaroslav c’è ancora tanto affetto per Perugia, i tifosi e i colori biancorossi. “Tanti amici ancora oggi mi scrivono e mi vengono a trovare, mi resta la consapevolezza di aver fatto una grande stagione in una grande squadra e una splendida città. Ogni tanto mi capita di riguardare i DVD di quella stagione e la sensazione che mi danno è felicità per quello che sono riuscito a dare a quei tifosi che erano fantastici e mi volevano bene, non vedevo l’ora di uscire dal tunnel e guardare la curva nord. Sono molto legato a tutto l’ambiente e sono orgoglioso che nel Museo del Perugia, fra le altre, ci sia anche la mia maglia”.

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