Per la Gazzetta l’inchiesta penale sulle plusvalenze illecite, che ieri ha portato a sequestri milionari, rimette in discussione la partecipazione alla B dei clivensi.
“Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione, il Chievo è in regola e ha rispettato tutti i parametri. Nel momento in cui dovessero pervenire osservazioni o preclusioni, adotteremo tutti i provvedimenti”. Così ieri il presidente Figc Gravina, nel giorno del consiglio federale che ha tagliato fuori il Palermo dalla B riammettendo il Venezia.
Ma il quadro delle avversarie del Perugia nel prossimo campionato ha ancora tratti indecisi. Perché, in realtà, la posizione del Chievo è scossa dai risvolti penali della vicenda delle plusvalenze illecite (in tandem con il Cesena) che ha segnato l’estate 2018.
La Gazzetta dello Sport spiega che, dopo il processo sportivo terminato con la penalizzazione di 3 punti nella passata stagione, il procuratore federale è comunque pronto a chiedere, in giornata, gli atti al gip di Forlì.
Ieri infatti la guardia di finanza, su ordine dello stesso magistrato, ha sequestrato beni per 3,7 milioni di euro al Chievo e al suo presidente Campedelli e per 5,3 milioni al Cesena e società satellite. Le ipotesi di reato sono bancarotta fraudolenta, falso in bilancio, emissione e utilizzo di fatture false. Gli indagati sono 29.
Secondo al Rosea, la vicenda complica il futuro del Chievo, già iscrittosi con molta fatica. Non è escluso che la Procura federale possa mettere in discussione il diritto di impresa del club clivense che, a quel punto, rischierebbe di non partecipare al campionato di B. Dovesse andare così il quadro verrebbe ridisegnato con il ripescaggio del Padova, assistito dall’avvocato Chiacchio.